Ristorante Villa Crespi

Chef Antonino Cannavacciuolo

Punteggio: 5s / 5
Prezzo (escluso bevande): 170 / 220,00 euro cad.

  • CHEF: Antonino Cannavacciuolo
    MAITRE: Massimo Raugi

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Specialità consigliate

  • Ricciola in crosta di pane, fiore di zucchine, salsa all’aglio
  • Scampi di Sicilia alla “pizzaiola”, acqua di polpo
  • Lumache novaresi, rapa bianca, bagnetto verde
  • Tonno vitellato
  • Branzino e caprino, erbe spontanee, mela verde e sedano rapa
  • Tagliatelle di fagioli, cozze e trippa di baccalà
  • Linguina di Gragnano, calamaretti, salsa al pane di segale
  • Riso Carnaroli, timo, limone e vongole
  • Cappelletti alla genovese, zuppa forte di piccione, yogurt acido, lampone e funghi
  • Spaghetto allo zafferano, ricci di mare, quinoa croccante
  • Baccalà, baccalà, baccalà
  • Maialino in porchetta, albicocche, carote e finferli
  • Triglia, melanzana, provola affumicata
  • Piccione, fegato grasso al grué di cacao, salsa al Banyuls
  • Rombo, lattuga e menta
  • Anguilla alla beccafico, scarola e arance
  • Rognone, mango e ortiche
  • Quaglia, scampo, veli di ostrica
  • Testacoda di manzo
  • Olive taggiasche, olio e zenzero
  • Miele, aloe vera e polline
  • Mondo nocciola
  • Lampone e rafano
  • Pastiera

Aggiornamento Recensione: Giugno 2020

Ebbene si, il tempo trascorso ormai era troppo è per festeggiare un evento speciale mi sono regalato nuovamente l’esperienza a Villa Crespi. Stavolta però non sono andato solo con mia moglie, ma con due fan incalliti dello chef Cannavacciuolo, due ristoratori partenopei di Parma, Daniele del Gaudio e Luigi Pagano, conosciuti per la famosa pizzeria Passione e Tradizione, dove si possono assaggiare pizze napoletane da svenimento.

Comunque torniamo al fatto principale, come dicevo siamo tornati in uno dei ristorati a mio avviso tra i migliori recensiti in questi anni, tra i primi 5 della mia personale classifica. E come ricordavo è stato subito perfetto in tutto, atmosfera, sala, piatti, servizio. Dopo i saluti e i convenevoli iniziali, la Resp. Direzione Stefania Siani, ci accompagna al tavolo.

Ci accomodiamo nella sala Blu e tra una battuta a l’altra arriva Massimo Raugi, che impeccabile come sempre sforna consigli sul menù e i vini. Decidiamo per un menù da 8 portate, Carpe Diem. Il nuovo menù viene presentato su una carta avorio dal fronte colorato, dove l’immagine è stata ottenuta giocando sull’arcobaleno di tonalità che rispecchiano gli ingredienti utilizzati nei piatti. Bellissima idea!

Come detto, iniziamo con una bollicina “Ferrari Trento DOC  2009 – Riserva Lunelli“ e ci facciamo quindi trasportare da subito dagli stuzzicanti appetizer, che ricordavo molto bene!
Raviolo di grano arso con burrata e San Daniele, Cialda croccante e Riso venere con spuma di gorgonzola, Frisellina con pomodoro marinato e basilico, Maccheroncino con ragù napoletano e Parmigiano, Bavarese di peperoni e caprino con base di pasta brisée, Macaron al foie gras.

Ci accomodiamo nella sala Blu e tra una battuta a l’altra arriva Massimo Raugi, che impeccabile come sempre sforna consigli sul menù e i vini. Decidiamo per un menù da 8 portate, Carpe Diem. Il nuovo menù viene presentato su una carta avorio dal fronte colorato, dove l’immagine è stata ottenuta giocando sull’arcobaleno di tonalità che rispecchiano gli ingredienti utilizzati nei piatti. Bellissima idea!

Segue la portata di benvenuto della cucina: Cubo di trota salmonata servita alla base con 2 emulsioni, carote cumino e sedano verde e infine salsa tosazu, e Indivia brasata panata con polvere di olive, maionese al prezzemolo e fiori di zucca.

Iniziamo quindi con le vere portate della degustazione, partendo dall’antipasto:

Ricciola in crosta di pane, fiore di zucchine, salsa all’aglio e Scampi di Sicilia alla “pizzaiola”, acqua di polpo. Non mi soffermerò sulla sua famosa “pizzaiola“, già elogiata in altre visite, ma su questo nuovo piatto. La ricciola, tenera e saporita, è avvolta da una panatura croccante come uno scrigno con il suo tesoro. Contrasti che si ritrovano anche nelle zucchine dall’aspetto “cristalizzato“, che diventano patatine invitanti da “scarpettare“ con la crema all’aglio, giocata sul piccante/amaro. Ad accompagnarci durante tutta la degustazione un Bianco di Marisa Cuomo, Fiorduva.

Passiamo ai primi, con uno Spaghetto e un Cappelletto: Spaghetto allo zafferano, Quinoa croccante e ricci di mare, e Cappelletti alla genovese, zuppa forte di piccione, yogurt acido, lampone e funghi. Mentre il primo è avvincente per la sua cremosità straordinaria, enfatizzato da contrasto della Quinoa croccante, il secondo è un tripudio di acidità, più spinto e deciso nel gusto.

Arriviamo quindi al secondo di carne, con un tenerissimo Maialino in porchetta, albicocca, carote e finferli, giocato sul mix tenero – croccante tra interno morbido e la crosta esterna. Un divertimento che prosegue assaggiando la carne accostandola alla dolce albicocca o nei sapidi fingerli, ogni boccone un esperienza nuova, un connubio di sapori che si sposano alla perfezione. Di fianco la carota bollita ammorbidisce nuovamente il palato.

Prima di passare alla fase dolce, il grande Massimo Raugi ci regala una novità per soddisfare la gola e ripulire il palato e preparare lo stomaco alla parte finale della degustazione.

Un modo per assecondare chi solitamente vuole assaggiare i famosi formaggi ma è combattuto per la paura di essere sazio. Un’intermezzo composto da Tisana e un pezzetto di formaggio Francese di latte crudo vaccino, molto digeribile. La tisana preparata al tavolo e accompagnata con 3 clessidre che ne scandiscono il tempo adatto per l’infusione. Si assaggia prima il pezzetto del formaggio, lasciando che la saliva sciolga la parte grassa, fondendo la consistenza semi-dura per poi andare a bere la tisana, creando un gioco di sapori che ti pervade il palato.

Ma eccoci al momento dolcezza!

Prima con l’arrivo del Pre Dessert composto da un bicchierino di cioccolato contenente una centrifuga di anguria e moijto, Poi il vero dessert, un’elegante composizione con al centro un cremoso al miele, gel aceto e spuma latte miele e eucalipto, e una spolverata di polline.

Si chiuderà con la famosa piccola pasticceria, tripudio di cioccolato, ricotta, sfogliatella, e babà. Nello specifico: babà, coda d’aragosta, cannolo con ricotta e cioccolato, gelatina di pesca e salvia, migliaccio, cremino gianduia, semisfera di cioccolato fondente e olivello spinoso, macaron al cacao.

A questo punto, ci alziamo e andiamo ad incontrare il Gigante Buono dalla Mano pesante… Si scherza, mi pacca la spalla e a mio grande stupore si ricorda e mi fotografa di nascosto scherzando di rivelare chi sono. Si parla di tematiche del mondo food, della sua presenza a Mastechef e degli haters.
Dopo le foto e video di rito, ci lasciamo con grande simpatia e gli occhi soddisfatti dei miei due accompagnatori rimasti entusiasti di quanto sia alla mano lo chef.

Come sempre mi ripeto, ma ribadisco la bellezza di vivere questi momenti almeno 1 volta l’anno.
Grazie a Stefania, Antonino, Massimo e i ragazzi di sala e brigata, perché Villa Crespi non vuol solo dire mangiare bene, ma vivere e assaporare un’esperienza fatta di persone.

Recensione: Aggiornamento Aprile 2018

Uno sguardo ed è subito amore! Immediatamente ti emoziona.
Non è semplice spiegarlo, ma ci provo, ti senti avvolto nell’atmosfera, ti senti piacevolmente bene con te stesso e parte integrante con ciò che ti circonda, senti proprio la voglia di rimanere ad oltranza, ti senti in pieno relax, nonostante sia un locale di altissimo livello.
Questo mi è successo varcando la soglia della bellissima Villa Crespi sul lago d’Orta nella provincia Novarese.
L’incontro con lo chef Antonino Cannavacciuolo ha chiuso il cerchio.
Credeteci, non mi sarei mai aspettato di vivere un’emozione così forte sia per il palato che per lo spirito.
Sei a casa che guardi la tv, segui gli chef e i loro reality, e… Bum!
d’incanto ti ritrovi a parlare amichevolmente con lui, con Antonino, che con il suo fare ti “pacca sulla spalla“ e scherzando ti snocciola frasi da reality.

Già dal viaggio che si percorre per raggiungere la location, si rimane affascinati dal paesaggio che ti accompagna e che costeggia il lago.
Appena arrivato rimango sorpreso da tanta bellezza…Una villa dall’architettura Moresca con richiami arabeggianti, con colonne di marmo e archi arricchiti da intarsi e decorazioni.
Un resort di lusso, Relais & Chateaux, circondato da un’enorme parco, con vista lago e suites da mille e una notte.

Una volta accomodati all’interno il pranzo è una sinfonia straordinaria di sapori, gusti delicati, una cucina all'apparenza semplice, ma profonda, che ti entra dentro. Ad ogni portata, si rimane sorpresi, da come sia coinvolgente il piatto, ingredienti all’apparenza semplici, ma che nascondono una lavorazione sapientemente ricercata e studiata. Lo chef Antonino riesce a trasmettere il suo sapere, il suo percorso attraverso un’italianità che difficilmente si ritrova in altri stellati. Ciò che mi stupisce è la continuità dei piatti, uno dopo l’altro sono sempre di altissimo livello, e fidatevi che non sempre questo è una cosa così scontata. In un menù può capitare di trovare qualcosa che non sempre è equiparato ad altri assaggiati poco prima. Invece qui ogni volta è un’esclamazione continua, ci si guarda e si commenta stupefatti. La cucina dello chef si basa su fondi, su giochi di carne e pesce, su creme, su consistenze contrastanti, ma mai troppo spinte, si vede e si sente una passione forte e al tempo stesso frutto di una cucina delicata, quasi poetica se vogliamo.

Si passa dal vigore del “Pacchero alla napoletana“, simbolo di profonda italianità, dal ragù famigliare, avvolgente, alla delicatezza e freschezza dello “Scampo di sicilia alla pizzaiola con acqua di polpo". Un saliscendi di sensazioni al palato che ti divertono, ti trasportano di continuo. Un viaggio nel quale mi lascio trasportare grazie anche alla sapiente regia del Restaurant Manager Massimo Raugi, traghettatore in questo percorso di consistenze e gusti. Eleganti sono i Plin dalla pasta sfoglia leggera con all’interno un ripieno d’anatra gustoso adagiati su una zuppetta cremosa di fegato grasso e latte di burrata, che invocano il palato ad urlare “ancora, ancora!“ Poi i secondi, con l’Anguilla croccante allo spiedo o la Guancia di manzo glassata con fondo di cottura… insomma tanti piatti, tanti gusti, potrei descriverli tutti, ma non riuscirei a trasmettervi le emozioni, che ancora affiorano mentre scrivo e riguardo le foto scattate.

Infine come degna chiusura di un’esperienza fantastica, la conoscenza dello chef Antonino, persona dal grande cuore, amabile, simpatica, legato ai valori della famiglia e mai supponente. Mai! Un personaggio rimasto sempre fedele alla sua verace italianità, dalla battuta scherzosa.

A conclusione, posso dirvi che è sicuramente un posto molto ricercato, lussuoso, bello e affascinante.
Ma oltre a questo vivrete un’esperienza straordinaria, per cucina, persone e naturalmente lui… Antonino Cannavacciuolo.

Grazie Chef, grazie a sua moglie Cinzia Primatesta e a tutto lo staff.
E come mi disse scherzosamente Antonino sventolando la mano mentre si allontanava a piedi…

“ADDIOS!“

Guarda il consiglio dello chef Antonino Cannavacciuolo

Se lo dice lui che vi aspetta... credeteci!!Antonino un grande anche nell'animo, non solo di statura.

Geplaatst door Simone Gusto op Vrijdag 6 april 2018

Recensione 2016 - Patrizia  (delegata per Simon's food)

Dopo mesi di attesa finalmente arriva il fatidico giorno del pranzo a Villa Crespi di Antonino Cannavacciuolo.
Lo Chef Cannavacciuolo, doppia stella Michelin, ha portato un po’ di Napoli in Piemonte. Colpisce subito lo stile moresco della Villa, in un attimo sembra di essere catapultati a Baghdad, un pizzico di oriente si affaccia sul lago d’Orta. Veniamo subito accolti dallo staff, tutti di una gentilezza e attenzione ai minimi particolari. Solo 20 tavoli per far sognare il palato dei fortunati commensali. Per tutto il pranzo ci accompagna il Sommelier Matteo Pastrello, che oltre a darci ottimi consigli sul vino, ci suggerisce il menù degustazione “Itinerario dal sud al nord Italia” un tripudio di sapori partenopei e piemontesi.
Questa degustazione rappresenta in tutta la sua grandezza la storia di Cannavacciuolo, sapori, profumi, colori, consistenza ed equilibrio, un vero e proprio viaggio sensoriale.
Il piacere del mangiare bene, la qualità delle materie prime di cui viene esaltato il sapore. Con gli “Scampi di Sicilia alla pizzaiola e acqua di polpo” e “Linguine di Gragnano con calamaretti spillo, salsa al pane di segale” si raggiunge il piacere massimo, sono i piatti che non dimenticherò mai e la scarpetta è stata d’obbligo.
Lo staff di Villa Crespi, giovane ma molto preparato, con professionalità ci ha coccolato per tutto il pranzo, supervisionati dal grande Matteo Pastrello di una simpatia unica, che ha fatto le veci di Antonino durante la nostra permanenza a Villa Crespi, dimostrandosi un ottimo “Padrone di Casa”.
A fine pranzo non c’è più spazio per altro se non il ricordo di una giornata sicuramente unica.