Ristorante Stendhal da Francesco
Punteggio: 5 / 5
Prezzo (escluso bevande): 40 / 60,00 euro cad.
Specialità consigliate
Recensione
Esistono realtà poco conosciute, che appena ne provi la qualità ne rimani entusiasmato e ti domandi: Ma perché non lo sapevo? Specialmente se sono a pochi kilometri dalla tua città!
Ecco questo tipo di domanda me la sono posta qualche giorno fa, quando sono capitato per caso a provare la cucina di Francesco Ambrosini titolare e cuoco del Ristorante Stendhal alle porte di Colorno. Il destino ha voluto farci incontrare, proprio durante un pranzo di lavoro.
Appena parcheggiato, mi rendo conto che si tratta di un locale grande, ma non avrei mai immaginato di quanto fosse ampio e spazioso. Ci sono 6 sale in totale, più nel retro un bellissimo dehor con giardino. Il pian terreno si divide in 3 sale, la principale dai toni chiari, la sala quadrata più familiare e intima, e la sala rossa con camino e cantina annessa. Sopra invece 2 salette piccole e una sala ricevimento attualmente non usata. L’arredo è classico, ma ogni sala ha una caratteristica a sè. La sala quadrata è un richiamo al soggiorno di casa, ideale per i pranzi in famiglia o con gli amici, da 6-8 posti, con pareti color tortora, credenza e piatti appesi decorati a mano. La sala Rossa invece prende il nome dal colore delle pareti, caratterizzato da un maestoso camino, grandi quadri e un soffitto a travi in legno.
Scopro poi in seguito che lo Stendhal negli anni 70-80 fece storia, grazie alla direzione del vecchio titolare Bruno. Un ristorante tra i più ambiti e conosciuti sia dagli appassionati della zona che dai critici e giornalisti che spesso venivano a gustare i bolliti e le famose merende di metà pomeriggio a base di pesce fritto.
Comunque, tornando a noi, decidiamo di stare fuori nel dehor, il tempo lo permette. Ci accomodiamo coccolati dal vento e all’ombra degli alberi e valutiamo il menù che ci porta Eugenia, responsabile di sala e moglie di Francesco. Le tavole sono bianco candido, con mise en place classica, il menù spazia tra tradizionale e qualche piatto rivisitato molto interessante a base di oca, anatra e rane.
Ordiniamo iniziando da un classico: torta fritta e tagliere misto di salumi, Parmigiano Reggiano e giardiniera fatta in casa. Nonostante la concorrenza sfrenata di tanti locali di Parma, la torta fritta risulta ottima, morbida, non unta e il salume di alta qualità. Non da meno la giardiniera, con verdure croccante e un’agrodolce che non infastidisce, delicato al palato. Proseguiamo con un altro antipasto a base di Cavolfiore, la sua salsa, anatra speziata e polvere di cappero.
Bella partenza!
E passiamo ai primi con tortelli di patate e funghi, anolini in brodo (ottimi), mezze maniche con Clorofilla, zucca e anatra affumicata, Risotto alle rane, prosciutto crudo sbriciolato, rosmarino e maggiorana (spaziale!), Ravioli con ripieno di anatra, crema di castagne, spinacino e fondo bruno.
Parto dicendo che la pasta fresca è veramente eccezionale. La sfoglia è sottilissima e delicata, sia per gli anolini, i ravioli che per i tortelli. Standing ovation per Il risotto alle rane, piatto particolare, difficile che sia così gustoso, e il raviolo d’anatra, dove i contrasti dal dolce al sapido sono da fuori di testa. Buono e coloratissimo il piatto delle mezze maniche giocato sui contrasti amaro, sapido, dolce dove la clorofilla, la zucca e l’anatra affumicata si fronteggiano per spiccare tra i sapori.
Pienamente innamorati del menù, ci dedichiamo ai secondi, staccandoci dal classico ma andando sulle carni Oca e Anatra, tipici del locale. Ordiniamo così, Anatra, carote e riduzione al lambrusco, e Oca, salsa agli agrumi, pera, pomodorini confit. Che dire… Due piatti da riprovare anche ora!
Il bilanciamento in entrambi i piatti è perfetto. Le carni sono tenere, ma tra i due sottolineo la dolcezza della pera nel piatto dell’Oca, dove il gioco con il fondo d’agrumi è commovente. Importanti anche se secondari il ruolo dei pomodorini e della loro acidità nel piatto.
Ormai alla fase conclusiva, mentre scrutiamo il menù del dessert veniamo rapiti dall’immagine del carrello con il gelato che ci passa a fianco… Abbiamo già deciso! E gelato sia!
Un gelato realizzato verticalmente con la famosa macchina Carpigiani, due gusti, vaniglia o pistacchio, da condire con frutta fresca o cioccolato.
Papille in delirio.
E mentre si sorseggia il Caffè, arriva lo chef Francesco a chiedere se fosse andato tutto bene, e da lì ne nasce una chiacchierata di 1 ora, dove svelandomi e facendo i complimenti scopro il suo curriculum prestigioso nelle cucine del maestro Angelo Paracucchi, ma anche da Mauro Ricciardi, chef stellato che stimo molto e tra i migliori mai provati. E da qui tra me e me nasce il pensiero… “E’ proprio vero che da grandi maestri nascono grandi cuochi”.
Rilascio con ampio merito l’Adesivo e segno in agenda questo posto diventato tra i preferiti della zona. Ora non è più sconosciuto al mio palato!