Ristorante Materia

Punteggio: 5 / 5
Prezzo (escluso bevande): 45 / 105,00 euro cad.

  • CHEF: Davide Caranchini
    RESPONSABILE DI SALA: Ambra Sberna
    RESPONSABILE DI SALA: Marco Sberna
    SOMMELIER: Luca Sberna

Specialità consigliate

  • Insalata di cavolo rosso, midollo affumicato, caviale e latte di mandorla amara
  • Tartare di salmerino, kefir, abete e sedano di montagna
  • Rognone di coniglio in Escabeche
  • Rapa vecchia, aglio nero, fieno
  • Lat-tuga
  • Tortelli di scalogno ed erbe amare, panna e karkadè
  • Bottoni di formaggio caprino e mostarda, cavolo nero e pepe nero di Sarawak
  • Linguine “pastificio Felicetti” al non pomodoro
  • Risotto carnaroli “Riserva San Massimo”, kimchi e cardamomo
  • Trota, carota, ruta
  • Ombrina, miso, yuzu e daikon
  • Piccione “Az.Agr. Moncucco”, ginepro e bacche di sambuco
  • Coda di bue, lenticchie, barbabietola, dragoncello e patate
  • Trota, carota, ruta
  • Ombrina, miso, yuzu e daikon
  • Piccione “Az.Agr. Moncucco”, ginepro e bacche di sambuco
  • Coda di bue, lenticchie, barbabietola, dragoncello e patate

E’ innegabile che Davide Caranchini sia un vero e proprio talento, uno dei futuri chef di spicco. Inseguito dalle più prestigiose guide ed ottenuti già molti riconoscimenti (menzionato su Forbes come uno dei talenti under 30) la cucina di Davide è una tappa ormai fissa per me. Mi è capitato infatti di trovarmi nella zona di Como e per ben 2 volte mi sono fermato a provare le sue creazioni.

Materia si trova a Cernobbio piccolo paesino che si affaccia sul lago di Como. L’Ambiente è giovane così come i 2 fratelli e una sorella che lo gestiscono, Marco, Luca e Ambra, compagna di Davide.Una squadra capace, dal servizio impeccabile e attento. Il locale è suddiviso in 2 sale ed esprime un’eleganza minimal funzionale. I pochi tavoli gli attribuiscono un clima conviviale ma ipermoderno, così come la cucina di Davide. La sala rispecchia la loro visione del futuro. Piatti minuziosi, curati nel dettagli, sempre ben studiati, dove i contrasti decisi si alternano in un sali e scendi di acidità, sapidità e lieve dolcezza. Davide si esprime in un concetto di cucina trasversale, dove le contaminazioni orientali e nord europee piacciono molto e questo traspare in ogni portata.

Lo chef imprime ai piatti un marchio indelebile, fatto di un binomio tra tradizione con sapori casalinghi e l’innovazione dell’esperienza acquisita nei viaggi all’estero, uno su tutti al Noma in Danimarca, simbolo di quell’avanguardia e ricerca che stanno influenzando per tecnica e sperimentazioni anche diverse cucine stellate italiane.

Una visione nuova, così come l’aperitivo pre-degustazione, un tè dolciastro/acidulo chiamato kombucha, che lo chef offre ai clienti per purificare lo stomaco e prepararlo alla degustazione. Anche l’entrée è particolare, dai gusti non propriamente tradizionali, composto da Tartellette con yogurt e salsa di aneto. Panna cotta, polvere allo yuzu, cardamomo, bacche di cipresso. Daikon marinato nel sakè con polvere di rosa canina. Biete, salsa all’aglio orsino e tuorlo d’uovo marinato. Creme caramel orientale con alga combu, soia e wasabi. Brioche fritta con hoisin. Mela marinata, maionese, coriandolo, ginepro. A questo punto uno si aspetta di passare a primi e secondi molto lontani dalla nostra idea di cucina, e invece ritornano piatti legati all’italianità ma con un tocco più estroverso per niente scontato, come i Tortelli con scalogno, cicoria, tarassaco, panna d’alpeggio, polvere di karkadè.

Una visione nettamente più moderna e dai toni più acidi dei classici tortelli. Data la grande empatia con i piatti abbiamo assaggiato anche gli altri primi del menù, Bottoni di formaggio caprino, mostarda, cavolo nero e pepe nero di Sarawak, Risotto carnaroli “Riserva San Massimo”, kimchi e cardamomo e in fine Linguine “Pastificio Felicetti” al non pomodoro con fonduta di parmigiano, olio e basilico. Quest’ultimo particolarmente sorprendente per l’illusione del gusto del pomodoro, non presente ma con un sapore identico, dato dall’estratto di prugne fermentate… Geniale!

Altra caratteristica particolare e non trascurabile sono le varie erbe presenti in molte portate, che provengono dalla serra biologica del ristorante, una vena naturalista fortemente voluta da Davide. Non di meno i secondi stupiscono per la simbiosi tra tradizione e rivisitazione. Abbiamo gustato una Coda di bue tenerissima e gustosissima, accompagnata da lenticchie in panna acida con barbabietola, e dragoncello con crema di patate alla francese.. sublime. Anche il divertimento fa parte dell’estro di Davide, così tra i vari dolci ecco comparire “Bansky“, un dessert omaggio al grande artista inglese. Uno stencil di Bunsky ricreato con yogurt affumicato e polvere di anice stellato sul quale il cliente versa la panna al fieno da cospargere a piacimento. A completare il piatto un crumble di nocciola con gelato alla camomilla.

Che dire, se non che è veramente un fenomeno?
Davide tornerò e tornerò ancora, perché sei un grande artista della cucina.