Ristorante Massimiliano Poggi

Punteggio: 5s / 5
Prezzo (escluso bevande): 65 / 90,00 euro cad.

  • Via Corticella, 61 – 40013 Trebbo di Reno (Bologna)
  • 051.704217
  • Chef / Titolare: Massimiliano Poggi
  • Sous Chef: Marco Canelli
  • Party Chef: Marco Righetti

Specialità consigliate

  • Bignè mortadella e parmigiano
  • “Pane e ragù”
  • Frittelle di squacquerone e scalogno sott’aceto
  • Polenta “cacio e pepe”
  • “Mare di Rimini”: brodo di cannolicchi e passatelli aromatizzati al limone
  • “Burro di maiale”
  • “La Conserva”: Storione, erbe e conserva di pomodoro
  • Tutto fumo Niente arrosto: Diverse consistenze di verdure
  • Lumache e Campagna: Lumache gratinate, erbe di campagna, prezzemolo e limone
  • Insalata Russa: Storione, erbe e conserva di pomodoro Panna acida, caviale di trota e vodka
  • Impepata di Cozze: Risotto cozze ed erbe
  • Tortellini in Brodo: Doppio brodo di carne
  • Cappelletti in Brodo: Ripieni di carciofi in brodo di scampi
  • Spaghetti e Medicina: Cipolla di Medicina
  • Grigliata di Pesce
  • Maialino al Latte: Salsa di birra al lampone
  • Piccione al Carbone
  • “Chateaubriand”: Lombo di manzo alla brace, salsa bernese
  • Certosino: Cioccolato, frutta secca e candita
  • Frutti di Bosco: Sorbetti di frutti di bosco e salsa di funghi porcini
  • Latte e Mandorle: Gelato di latte caramellato, mandorle
  • Ma…Scarpone: Cioccolato, caffè e pistacchio
  • Pralina “zuppa inglese”
  • Raviola tradizionale (mostarda bolognese)
  • Torta di riso
  • Tartelletta con lamponi e crema di lambrusco

Dolcetto o scherzetto?

Diciamo che la serata di Halloween per me è stata più che uno scherzo una grande rivelazione. Vi è mai capitato di uscire con delle aspettative e di tornare a casa pianamente appagati? Questa è la sensazione che ho provato tornando dalla mia degustazione dal grande Max Poggi a Bologna. Ho scoperto nuove sfumature della nostra cucina italiana in una chiave ampiamente rivisitata e moderna, che ti lascia a bocca aperta. Max credo sia uno dei nostri miglior esecutori di cucina tradizionale emiliana con quel tocco di innovazione che non si discosta mai troppo dal gusto “popolare“. I piatti sono sempre bilanciati, giocati su consistenze e sapori che anche per chi si approccia per la prima volta a portate più elaborate ne rimane piacevolmente affascinato.

Ma veniamo alla mia serata…

Arrivo in questo piccolo paese, Trebbio di Reno, nella provincia Bolognese, situato sulla strada che costeggia il paese, quando pensi che i caseggiati siano finiti…. Eccolo! vedi l’insegna “Antica Locanda il Sole“, sporgere dall’angolo di un bel caseggiato color rosso di siena carico, siamo arrivati. Il ristorante che Max Poggi ha trasformato in meta per appassionati gourmet, è parte integrante di questa antica locanda gestita dalla moglie.

Entriamo e ad attendere i clienti c’è il maître e lo chef sulla porta, un po’ come quando si arriva di domenica a casa di parenti per il pranzo, qui la sensazione è quella di essere a casa di qualcuno che conosci. Appena entrati la mia attenzione viene rapita dalla parete di bottiglie attorno a un tavolo, credo lo chef table. Il locale è minimal-moderno, arioso, ampi spazi tra i tondi tavoli e una mise en place classica ne danno un’immagine elegante, di raffinata semplicità. Tutto è giocato sui toni del bianco, nero e beige con punte di colori alle pareti date da pannelli gialli. Non manca il richiamo al rustico come le travi del soffitto all’ingresso.

Ci accomodiamo e mentre studiamo il menù arriva il benvenuto della cucina.

Gli Appetizers sono delle chicche di bontà: Bignè mortadella e parmigiano, “Pane e ragù” (tagliatella con ragù), Frittelle di squacquerone e scalogno sott’aceto, Polenta “cacio e pepe”. Infine sempre con fare divertito lo chef ci porta quello che lui chiama “Mare di Rimini”, come richiamo divertente al colore non proprio limpido ma dalle grandi ricchezze nascoste. Ovvero un brodo di cannolicchi con passatelli aromatizzati al limone. Tutto questo se non bastasse accompagnato da grissini e pane fatto in casa su cui spalmare uno spumoso lardo chiamato “Burro di maiale”. Da qui la voragine di fame si apre come se non ci fosse un domani e iniziamo a divertirci come pazzi nelle portate che si susseguono.

Decidiamo di provare piatti alla carta, iniziando dagli antipasti con una “Insalata Russa“ rivisitata, dalle consistenze differenti, dai sapori agrodolce, acido, e affumicato; si tratta di un’insalata composta da uova di storione, erbe, conserva di pomodoro, panna acida, caviale di trota e accompagnata da un calice di vodka con lampone ghiacciato. Proviamo anche “Lumache e Campagna” ovvero Lumache gratinate, erbe di campagna, prezzemolo e limone, delicatissime. Poi a sorpresa arriva un piatto che evoca ricordi, “Grigliata di Pesce”, uno spiedino di seppioline crude e gamberi viola su salsa concentrata di branzino, orata, mazzancolle e gamberi alla griglia con cialda di nero di seppia fritta, limone candito e foglia d’ostrica. Un piatto che emoziona, riportandomi al passato, ai periodi in riviera a correre sulla sabbia.

Dopo questo amarcord passiamo ai primi: “Spaghetti e Medicina”, ovviamente con Cipolla di Medicina e “Cappelletti in Brodo” ripieni di carciofi in brodo di scampi. Mentre il primo gioca sull’acidità e l’agrodolce, il secondo è un tripudio di raffinata delicatezza, eccezionale. Si prosegue con una golosa “Cotoletta alla Bolognese”, cioè coscia di piccione condita con tre salse: al prosciutto, al pomodoro e agli spinaci… la scarpetta qui è d’obbligo!

Infine si arriva al dolce, prima con un più classico ed elegante per colore e pulizia “Latte e Mandorle“, composto da gelato di latte caramellato e mandorle, e poi da uno che mi spiazza completamente, “Frutti di Bosco”. Qui uno si aspetta dei classici sorbetti e punto. Invece i sorbetti sono accompagnati da una salsa ai funghi porcini calda versata alla base.

Strano? No geniale.

Il gusto è sublime, davvero. Non l’avrei mai detto. Chiudiamo infine con il botto! Facendoci coccolare da tanti piccoli bon bon della piccola pasticceria. Come spesso accade rimango poi a chiacchierare con Max per comprendere l’anima dei piatti e la loro storia, rimanendone affascinato. In conclusione: abbiamo provato diversi piatti del menu di Max, il suo motto è “#divertiti”, e in effetti la sua cucina è divertimento.

Ti diverti continuamente per il gioco di consistenze continuo, un saliscendi di sapori tutti uniti dai due denominatori comuni, freschezza e qualità. Un rimpallo di sensazioni al palato sempre diverse ma che conducono ad una cucina pura, lineare, semplice contadina ma al tempo stesso complicata per elaborazione e idee. Ogni cucchiaiata in bocca è un mix di sensazioni, dall’acido sempre vivido e bilanciato, al cremoso, al croccante, al morbido, tutto sempre elegante e delicatamente gustoso. Una cucina che credo a mio parere per tecnica ed equilibrio meriterebbe una bella visita della signora in rosso con tanto di menzione stellare.

Massimiliano Poggi entra di diritto nel mio olimpo di preferiti.