Mec Restaurant

Punteggio: 5 / 5
Prezzo (escluso bevande): 65 / 95,00 euro cad.

  • Via Vittorio Emanuele 452, 90134 Palermo
  • 091 9891901

  • Orari:
    da Lunedì al Sabato: 19:00 – 23:00
    Domenica: CHIUSO

  • CHEF: Carmelo Trentacosti
    MAITRE: Alessio Morello

Specialità consigliate

  • Melanzana ammuttunata in ricordo della nonna
Sgombro affumicato in insalata pantesca
  • Steak Tartare con guarnizioni della casa e crostini di pane
  • Capasanta ricostruita, fiore di zucca, la sua maionese e foglia d’ostrica
  • Ravioli di seppia, gambero rosso di Mazara, Caviale Baikal e cristalli di sale
  • Caramelle di pasta fatta in casa con sarde finocchietto selvatico e crumble di pane di tumminia
  • Gnocchi di patate variegate con ragù di maialino tagliato al coltello e fonduta al ragusano
  • Tagliatelle alla spirulina, con bottarga di tonno, burrata e gambero
  • Riso Carnaroli Gallo extra con plancton, formaggio di capra a latte crudo, ricci di mare e mandarino verdello
  • Minestra di aragosta con spaghetto mancini spezzato e clorofilla di prezzemolo
  • Falso magro di maialino con purea di sedano rapa, spinacino al burro, carotine al burro, spuma di tuma persa e tartufo nero estivo
  • La mia triglia a “Beccafico”
Filetto di baccalà Morro extra alla ”ghiotta”
  • Controfiletto di agnello cipollotto arrosto e tortino di patate “Anna”
  • Chateaubriand di manzo torta salata di peperoni e salsa bernese
  • Assortimento di formaggi siciliani, senape di fichi e mostarda di mela cotogna
  • Rabarbaro in dolce cottura, sorbetto al mirtillo e meringhe all’anice stellato
  • La mia cassata di ricotta
  • Crostatina cacio e pera signora, crumble alla liquirizia, sorbetto alle rape rosse e polvere di finocchio
  • Mousse alla nocciola, gelee di mango, briciole di cacao e salsa alla vaniglia
  • Crêpes suzette alla lampada

Eccoci nuovamente qui, a sfruttare qualsiasi viaggio per scoprire nuovi locali!

Approfittando della mini vacanza a Palermo sono andato alla ricerca di qualcosa che mi stimolasse il palato…un locale che mi incuriosisse.

Come sempre la ricerca è stata lunga, minuziosa e attenta, perché quando scelgo un posto non voglio avere sorprese, o almeno spero al primo colpo di trovare il locale giusto. Mi metto a cercare e ricercare, valutando costi, location, e guardando i piatti, per trovare qualcosa che mi spinga a dire: “Si! Ci vado!“

Così dopo qualche ora davanti allo schermo del computer sono caduto sulla scelta del Mac Restaurant, fresco dei 2 capelli della Guida Espresso 2021. Situato di fianco alla Cattedrale di Palermo, nel cuore della centralissima Via Vittorio Emanuele, il ristorante si trova al secondo piano del bellissimo Palazzo Castrone, edificio cinquecentesco trasformato in spazio culturale dedicato alla rivoluzione informatica di Steve Jobs con Apple.

Un museo / ristorante voluto dal collezionista e architetto Giuseppe Forello e diretto dallo Chef Carmelo Trentacosti.
Salita la maestosa gradinata, entrando ci si trova subito immersi nel mondo Apple tra computer, riviste, fotografie, quadri e cimeli dedicati a Jobs. Accompagnati al tavolo, dopo un percorso di corridoi ci troviamo seduti in una delle 8 sale che compongono il locale. Una di queste è adibita a Cocktail bar con sgabelli e un lungo bancone per gustarsi un drink.

Appena ci accomodiamo ci affiora alle labbra un’unica esclamazione “E’ Bellissimo!!!“.

Da subito notiamo le 2 teche in vetro agli angoli della stanza con all’interno alcuni pezzi di computer dei 4 mila che compongono questa straordinaria collezione. Nella stanza tutto è giocato sui toni del bianco e nero, donando un’eleganza complessiva alla stanza dove staccano solo i colori vivaci dei fiori sui tavoli con mise en place moderna. Pavimentazione in marmo dai disegni geometrici, soffitto a cassettoni e illuminazione con sfere a caduta completano lo stile museo pur rimanendo moderno, un luogo che affascina da subito.

Ma passiamo alla parte migliore… i piatti!

Già dell’entrée si percepisce una servizio attento, elegante e una cucina dal forte aspetto scenico quanto raffinato, dove la minuziosità di ogni particolare sarà uno dei punti forti. Iniziamo con il benvenuto dello chef composto da 4 finger food: “Finto baccello di piselli realizzato con cracker di farina biologica di piselli, mousse di piselli scampati su terra di olive nere disidratata e a finire olio extravergine di oliva“, “Tentacolo di polpo su gelatina di barbabietola e bruschetta alle alghe“, “Cozza nel suo guscio con peperone e peperoncino fermentato e infine gelato ai ricci di mare accompagnato da pane soffiato”; la versione 2.0 del classico riccio mangiato facendo la scarpetta con il pane casereccio!

Ad accompagnare la degustazione mi lascio consigliare per un bianco fruttato, Tasca d’Almerita Grillo di Mozia 2019, buonissimo vino!

Ma continuiamo parlando degli antipasti… ordiniamo “Ravioli di seppia, gambero rosso di Mazara, Caviale Baikal e cristalli di sale“ e “Capasanta ricostruita e gambero, fiore di zucca con sua maionese e foglia d’ostrica“.

I ravioli sono uno spettacolo!

Dall’aspetto leggero non smentiscono l’eleganza che li contraddistingue. In bocca un alternarsi di toni dolci e sapidi fanno gridare le papille di gioia. Tecnicamente una bomba pronta a riempire di delicatezza il palato. Uno degli antipasti più buoni mai assaggiati!

La Capasanta risulta morbida e gioca sui toni dolci del gambero adagiato sopra; mentre il croccante del finto corallo contrasta con la morbida maionese all’interno del fiore di zucca. In fine viene consigliata l’ostrica per ripulire e rinfrescare il palato. E’ subito chiaro che siamo su alti livelli.

Man mano che ci addentriamo nel menù è evidente l’importanza dell’aspetto estetico, come a coinvolgere sempre maggiormente il cliente incuriosendolo, ma anche lasciandolo piacevolmente sorpreso nella freschezza e nel gusto, mai troppo forte o dagli sbalzi eccessivi, ma sempre lineare e rotondo.

Consapevoli della buona cucina dello chef accogliamo i due primi ordinati: “Riso Carnaroli Gallo extra con plancton, formaggio di capra a latte crudo, ricci di mare e mandarino verdello“, e “Gnocchi di patate variegate con ragù di maialino tagliato al coltello e fonduta al ragusano“.

Il risotto è uno dei suoi must, il piatto forse più iconico del momento. Dal colore brillante, con l’effetto scenico che ammalia, come già detto i piatti dello chef in bocca lasciano spazio al gusto sempre pieno e pulito, questo risotto ha la particolarità di una forte cremosità e dal retrogusto erbaceo. Nonostante la presenza di ingredienti acidi e sapidi, nel complesso risulta bilanciatissimo.

Gli gnocchi, rotondi e soffici, esaltano la croccantezza della verdura, dando spazio al cambio di consistenza con la cremosità del suo fondo. La sapidità di questo piatto si alterna con il tono del tartufo, che nonostante sia tendenzialmente di forte impatto stavolta non sovrasta il piatto.

Pienamente soddisfatti quindi, ci accingiamo all’arrivo del secondo di carne, composto da “Falso magro di maialino con purea di sedano rapa, spinacino e carotine al burro, spuma di tuma persa e tartufo”. Carne tenerissima esaltata dalla “burrosità“ dello spinacino e della carota in chiave croccante, per poi staccare con il sedano rapa in veste morbida ma dai toni sempre decisi, per ripulire il palato dalla parte grassa del piatto.
A parte sul tavolo, una terrina con una soffice spuma che con la sua sapidità si sposa perfettamente con il gusto del tartufo. A completare il piatto, una nota saporita dettata dalla salsa di fondo, versata al tavolo dal cameriere.

Quindi prima del gran finale,

un intermezzo fresco a base di “sorbetto di Pera, su fondo di Rum e scaglie di cioccolato”, per preparare il palato alla parte dolce dei dessert, composto da “Mousse alla nocciola, gelée di mango, briciole di cacao e salsa alla vaniglia“ e “Crostatina cacio e pera signora, crumble alla liquirizia, sorbetto alle rape rosse e polvere di finocchio”.

I Dessert rimangono tra le portate più gradite, dalla golosità estrema e dalla semplicità e raffinatezza impeccabile.

Il primo è un dessert goloso, giocato sui toni acido-dolce, dove il gelée stacca dalla cremosità della vaniglia e della mousse. La minuziosità dei dettagli e le linee geometriche amplificano l’estetica del piatto donando ancor più eleganza.

Mentre il secondo è un tuffo nell’accoglienza riportando in mente le torte calde e morbide da credenza; il sorbetto alla rapa rossa dona acidità giocando in contrasto con il crumble e il gusto del finocchio che rinfresca ulteriormente la bocca. Buonissima e super leggera infine la crema di fondo.

Non contenti ci lasciamo tentare anche dalla piccola pasticceria finale, con piccole opere di bontà, composta da:


• Biscotto catanese alle Mandorle catanesi,
• Nuvola di cioccolato bianco,
• ricotta, arancia e foglia d’oro,
• Biscotto excelsior palermitano,
• Bignè craquelin con mousse di lime e limone candito.

Conclusa questa bellissima serata, nonostante la voglia di riiniziare sia tanta ci alziamo e ci dirigiamo verso l’uscita, dove ci aspetta lo chef Carmelo per scambiare due chiacchiere. Mi complimento e si dialoga sugli aspetti più tecnici ma anche su aneddoti e colleghi della zona, che mi avevano consigliato e parlato molto bene di lui.

E’ stata una piacevole scoperta questo chef, e la sua cucina rimarrà tra le mete gradite durante il mio ritorno in Sicilia. Anche stavolta la mia scelta è stata ripagata con un palato soddisfatto e da un bellissimo ricordo.

Ad Maiora Chef!

Svelato chi sono, ecco la foto di rito con lo chef Carmelo Trentacosti